Federica Ciufoli “sbandiera” allo Stadio Olimpico
Il 21 marzo 2018 si è tenuta allo Stadio Olimpico di Roma “La partita Mundial” una gara benefica tra Italia e Resto del Mondo. La gara ha visto scendere sul terreno di gioco oltre 68 tra calciatori, ex calciatori ed attori, in campo per dare un calcio alla violenza contro le donne.
La terna designata per la partita, completamente al femminile, era composta anche dalla nostra Federica Ciufoli.
Federica, 25 anni, è arbitro della Sezione di Albano dal 2014, attualmente è assistente arbitrale al CRA Lazio dove viene impegnata in gare di Promozione ed Eccellenza…abbiamo scambiato con lei alcune battute.
Quando e come hai ricevuto la designazione per questa gara?
Il 23 gennaio vengo contattata telefonicamente dal mio organo tecnico Luigi Galliano che mi chiede se può dare la mia disponibilità all’AIA centrale per una gara disputata per una manifestazione importante il 21 Marzo, in un campo definito da lui “bello”. Confermo, incuriosita, ma senza chiedere nulla!
Qualche settimana più tardi, durante la visita del CRA in sezione ad Albano, mi viene comunicato a bruciapelo dal Presidente del CRA, Luca Palanca, che il campo sarebbe stato l’Olimpico, e che ci sarebbero affrontati ex calciatori e attori. Sono rimasta un attimo incredula e sorridendo sono riuscita solo a dire “Niente di che insomma!”. Al termine della riunione, quando l’aria si è fatta più confidenziale, ho continuato a parlare con Palanca della partita, ringraziandolo infinitamente e concludendo con un “Ora però me l’hai data, non me la togliere!”.
Come ti sei sentita in seguito alla comunicazione della designazione?
Inutile dire che quella notte ci ho messo molto di più per addormentarmi, ripensando alla serata e alle belle notizie ricevute, ma sono certa di essermi addormentata con il sorriso!
Avendo avuto così tanto preavviso e non avendo ricevuto una designazione ufficiale, ogni volta che ripensavo all’evento, avevo timore che qualcosa cambiasse e che per un motivo o per un altro non avrei calcato il terreno dell’Olimpico, così ho deciso di evitare di pensarci troppo… così il tempo ha scorso più velocemente, ma continuavo a dirmi che fino a che non avessi raggiunto lo stadio, non ci avrei creduto che dovessi andarci!
Raccontaci qualcosa di quel pomeriggio…
Durante il pomeriggio del 21 marzo ho avvertito momenti di tensione, sia pensando all’emozione legata allo stadio, sia per la diretta tv. Con Sara ed Eleonora (la collega arbitro e l’altra assistente della gara) ci siamo viste per le 17.00 ed abbiamo mangiato qualcosa insieme, poi abbiamo incontrato Simone (il IV ufficiale) e ci siamo diretti allo stadio, ma già al primo varco non volevano farci passare poiché sprovvisti di badge. Non credevano che fossimo gli arbitri! Qualche giro di chiamate e tutto si è risolto! Scese dalla macchina, ho alzato gli occhi, davanti a me avevo lo stadio Olimpico… tutto si stava concretizzando!
Che sensazioni hai provato entrando in uno stadio importante come l’Olimpico??
Dopo esserci accomodate nello spogliatoio, un organizzatore ci ha spiegato le tempistiche televisive, con le varie scalette da rispettare. Dapprima abbiamo indossato la divisa per rilasciare un’intervista condotta da Eleonora Boi, dal quale sarà trapelato un filo di imbarazzo dovuto all’inesperienza con le telecamere! Successivamente ci siamo cambiate per il riscaldamento. Ero ancora un po’ tesa, ma poi dopo aver salito le scale che portano al campo, sono rimasta meravigliata da tanta bellezza che gradino dopo gradino scorgevo sempre di più, fino a provare quella strana, ma piacevole sensazione che danno i grandi spazi aperti. Cosi grande che non riesci a quantificarne la profondità. Sul campo c’erano molte persone, chi veniva intervistato, chi correva per gli ultimi preparativi, chi si esibiva. Una volta entrate sul terreno per il riscaldamento, la tensione è scesa, stavamo facendo ciò che facciamo ogni domenica ed abbiamo provato tutte e tre serenità e divertimento, eravamo entrate “in partita”!
Raccontaci un momento particolare di quella giornata…
Uno dei momenti indimenticabili è sicuramente quello durante l’Inno, avevamo l’orchestra alle nostre spalle, avrei voluto cantarla a squarciagola, ma ha prevalso il senso critico e così ho ascoltato fiera, quelle parole che passavano nitide nella mia testa, ho alzato gli occhi alla tribuna e mi sono goduta quel magico momento. Siamo rimasti un po’ schierati, e in quegli attimi ho pensato intensamente anche alla mia sezione, quel momento non era solo il mio, ma in un certo senso era come se ci fosse tutta la mia sezione con me. Rappresentavo la Sezione di Albano Laziale, è stata una sensazione che non avevo mai provato prima… un senso di appartenenza, di interezza, non ero sola!
E durante la gara cosa hai provato?
Dopo l’inno ci siamo scambiati il saluto con tutti i partecipanti…forte stretta di mano, un sincero “in bocca al lupo” e via al controllo delle reti… “Sto controllando le reti dell’Olimpico!”, onorata giungo sulla mi fascia e qualcuno dal pubblico tenta invano di richiamare la mia attenzione, sono rimasta impassibile fin quando un aeroplanino di carta plana fino ad un metro dai miei piedi, e alle mie spalle si alza un’espressione di soddisfazione di gruppo, non sono riuscita a trattenere un sorriso!
In partita sono rimasta sufficientemente concentrata, e diversamente alle partite a cui sono abituata, delle volte ho avuto difficoltà nel sentire il fischio dell’arbiro e il tocco del pallone. Ogni tanto alzavo gli occhi alla tribuna e no, non era come quelle a cui la maggior parte di noi siamo abituati!
Al 13’ abbiamo fermato il gioco per ricordare Davide Astori, eravamo tutti in piedi, in silenzio è stato un altro momento toccante.
Come hanno reagito i calciatori alla “terna rosa”?
Da assistente non ho avuto chissà quale comunicazione con i calciatori in campo; eccetto contatti visivi con Giletti, che si voltava sempre a guardarmi per regolarsi sull’allineamento della sua difesa, e con Giorgio Pasotti che guardandomi su con la bandierina, credeva avessi alzato un FG a causa sua ed invece era per un passaggio avvenuto precedentemente!
Dopo il triplice fischio molte persone tra cui steward, organizzatori ma anche agenti della Forza dell’Ordine insistevano nel volersi fare una foto con la terna “total pink”, nemmeno fossimo noi i VIP in campo quella sera!
Insomma una emozione che non dimenticherai molto facilmente!?
È stata una bella esperienza, breve e intensa, anche la motivazione dell’evento in sé è importante! E’ ingiusto che ci sia gente che ha la presunzione di scegliere per la vita di qualcun altro! Uomini, donne, bambini, siamo tutti uguali davanti a Dio, nessuno dovrebbe scegliere quando deve terminare la vita di un altro. Nessuno dovrebbe mai permettersi di imporre il proprio volere su un suo pari! Fisica o psichica che sia, è violenza e non vogliamo che vada di moda!!
Da donna sono doppiamente grata di essere stata chiamata a scendere in campo per questa manifestazione, quindi non solo per tutta la cornice fantastica dell’Olimpico e la TV, che mai avrei creduto di vivere, ma anche per questo valoroso movente! Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa possibilità!
E ora niente, si torna agli insulti domenicali e ai campi di battaglia sul quale si continua a dare il meglio che si può, con fierezza ed orgoglio, ma sicuramente con un qualcosa in più da ricordare!
di Francesco IACOPINO